Nella Top 11 di Alessio Battaglino c’è il giusto mix di… talento e amicizia. Normale che sia così, per chi ha calcato il rettangolo verde per 25 anni! La Serie D e il professionismo a Meda e a Renate, in mezzo Pro Lissone ed Olginatese. Poi Seregno e Pro Sesto, il Fanfulla con la vittoria del campionato di Eccellenza e il ritorno a Meda. Ora la nuova vita da direttore sportivo a San Giuliano Milanese, ma per Alessio Battaglino i ricordi riaffiorano e… undici giocatori sono pochi ripercorrendo gli anni di carriera.
La Top 11 di Alessio Battaglino

In porta nessun dubbio con Andrea Pansera (“Il più forte di tutti”), così come sugli esterni con Igor Bertoncelli (“A Seregno andava a mille all’ora e faceva anche un sacco di gol) e Nicola Valenti. In mezzo, però, è già giro di valzer. “Tutti fortissimi, anche se con Maurizio Bonacina mi lega un rapporto speciale. Sono stato suo testimone di nozze e lui lo è stato al mio matrimonio. Ma in generale penso sia il giocatore più sotovalutato di sempre. E non dimentichiamoci di Alessandro Di Maio e Alberto Gruttadauria!”. In mezzo al campo i ricordi portano al Fanfulla: “Omar Laribi, fortissimo e messo da regista così lo faccio arrabbiare un po’. Poi Stefano Brognoli, uno che può giocare dappertutto. E infine Filippo Del Signore, che anni ad Olginate!”. E una panchina di lusso: “Uno su tutti, Luca Guidetti. Ma anche Gabriele Cavalli, Luca Baldo, Luciano Gualdi. Ho giocato con tanta gente forte”. (E ci sarebbe anche un certo Battaglino, aggiungiamo noi!).
Attacco atomico. E in panchina…
Davanti, poi, c’è l’imbarazzo della scelta. “Sugli esterni Alessandro Amato, uno che faceva sempre gol, e Jacopo Colombo, per il suo valore e per quanto ha rappresentato e rappresenta tutt’ora per la Pro Sesto. Centravanti? Emanuele Terraneo il più forte con cui abbia mai giocato. Avevamo un’intesa in campo unica. Ma non posso non mettere anche Simone Moretti, se no sai che discussioni in famiglia?”. Una battuta che fa capire, però, come i legami siano stati importanti per Battaglino. Così ecco la panchina: “Gianni Russo e Gaetano Valente, due giocatori fondamentali per la mia carriera, soprattutto quando ero un ragazzo”. E infine la panchina. Anche qui pochi dubbi: “Fabrizio Cesana, il primo che ha veramente creduto in me. E poi Giuliano Dell’Orto. Spesso discutevamo, ci confrontavamo, ma gli voglio un bene dell’anima”.