Eccellenza, venerdì la decisione. Ma tutti vogliono ripartire?

Un'istantanea di Varesina-Vogherese, l'Eccellenza riconosciuta di interesse nazionale (foto Scaringi)

Venerdì, domani, arriverà la tanto attesa decisione riguardo il campionato di Eccellenza. A Roma, infatti, si riunirà il Consiglio Federale della FIGC, il primo dopo la conferma al vertice di Gabriele Gravina. La decisione più importante sarà quella riguardante proprio il campionato di Eccellenza, che dovrebbe diventare di interesse nazionale. C’è ottimismo riguardo questa decisione, successivamente sarebbero poi le singole regioni a discutere i propri format. Ma in Eccellenza, tutte le società vogliono ripartire? Soprattutto in una regione che si appresta a diventare rossa e che da domani (venerdì) chiuderà le scuole? L’interrogativo è lecito, anche se bisogna precisare che l’eventuale cambio di colore non precluderebbe la ripartenza se il campionato diventasse di interesse nazionale.

De Bernardi, Castanese: “Situazione paradossale”

Marco De Bernardi, direttore sportivo della Castanese, è chiaro: “La situazione è paradossale. Da un lato, ragionando con il cuore, penso che non potrei dire di no ad una ripartenza. Esporrei la mia società a una figuraccia. Ma poi subentra la ragione, che mi porta a chiedermi perché faccio una scelta del genere. Stiamo pensando a ripartire, con un campionato che avrebbe poco senso, e non ad organizzarci in maniera seria per la prossima stagione, sia dal punto di vista organizzativo che dal punto di vista economico. Da un lato rispetto chi ha l’ambizione di voler salire in Serie D, ma non dobbiamo dimenticare che per quattro mesi ci hanno lasciato soli”.

Pozzo, Stresa: “Gli scenari ora sono cambiati”

Sulla stessa linea di pensiero anche Marco Pozzo, presidente dello Stresa. Anche in Piemonte le idee e i pensieri sembrano essere cambiati rispetto a qualche mese fa: “La vecchia consultazione fatta via Zoom dal presidente Christian Mossino non è più attendibile. Molti, che allora erano favorevoli, non lo sono più compreso il sottoscritto. Ci vuole buon senso, e anche l’ipotesi di far giocare solo chi è d’accordo non mi trova affatto favorevole (il riferimento è a una notizia uscita negli ultimi giorni riguardante l’Emilia Romagna, nda). Sono troppi i rischi sanitari, organizzativi e di gestione di protocolli ed economici. Siamo sempre stati per la ripartenza in sicurezza, ma adesso non ci sono le condizioni”.

L’Eccellenza deve ripartire

D’altro lato, però, il comunicato emanato dal gruppo Facebook che, nel corso degli ultimi giorni, ha raccolto più di 450 firme. Qui di seguito uno stralcio della lettera rivolta, tra gli altri, ai presidenti Gabriele Gravina e Cosimo Sibilia: “Siete chiamati a prendere una decisione definitiva per la ripresa o per la fine di questa stagione dei campionati di Eccellenza ma che per noi, calciatori, allenatori, addetti ai lavori, dirigenti, presidenti, rappresentanti e appassionati del mondo del calcio dilettantistico vale molto di più perché coinvolge le nostre vite, il nostro lavoro e la nostra dignità. […] I campi di calcio, in questo caso di Eccellenza, non sono di certo più pericolosi di campi di altre serie e soprattutto di altre situazioni quotidiane, dove il controllo sugli assembramenti è quasi inesistente. Anzi, rispettando un protocollo, cosa che le società hanno sempre richiesto con forza, si ha la possibilità di controllare maggiormente la situazione e di operare in sicurezza. […] In questa sede, con la decisione che vi apprestate a prendere, avete il dovere di considerare tutto quanto esposto e di tutelare circa 15 mila addetti, dal punto di vista sanitario e dal punto di vista socio-lavorativo. Dovete, inoltre, assumere le responsabilità delle vostre funzioni, e nella sciagurata ipotesi di chiusura dei campionati di Eccellenza, dovete essere pronti a restituire tutte le spese già sborsate dalle asd/ssd e soprattutto chinare il capo per una delle più grosse sconfitte delle istituzioni che rappresentate che riduce ai minimi termini la reputazione e la fiducia dei sottoscrittori del presene documento e di altre decine di migliaia di sportivi.

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