Non è più domenica. Cremonini, Senna e Roberto Baggio non c’entrano nulla. Ore 15.30 di quella che sarebbe dovuta essere una normale domenica di calcio. Il fischio del direttore di gara, novanta minuti di corse, grida, gol. La felicità per una vittoria, il boccone amaro di una sconfitta. Il tutto preceduto dall’enorme mole di partite del settore giovanile lombardo. Invece… non è più domenica.
Otto lunghissimi mesi
Non è domenica ormai da otto mesi. Prima nel periodo in cui abbiamo dovuto alzare bandiera bianca in tutta Italia per cercare di combattere un virus subdolo e infimo. Ma, concedetemi, non è stata domenica nemmeno in questi mesi, quando siamo ripartiti cercando una parvenza di normalità. Giusta, sia ben chiaro. Ma tra protocolli, allenamenti sospesi, partite rinviate, porte chiuse o pubblico limitato… non è stata la solita domenica. Quella dello sport che è aggregazione in campo e sugli spalti. Quella dove i dilettanti, non me ne vogliano i professionisti, sanno fare la differenza. Lo sforzo delle società è stato encomiabile, per far sì che la macchina potesse ripartire. Andava rispettato, certo. Ma il calcio (e il discorso è esteso agli altri sport) come l’abbiamo conosciuto fino a febbraio aveva intriso un profumo speciale.
Ora restiamo uniti
La decisione di Attilio Fontana di sospendere il movimento dilettantistico ha sorpreso tutti. Scatenando ire e provocando delusioni. Fermare completamente un movimento è sempre (pensiero di chi scrive) una scelta sbagliata. Ma, di questi tempi, non vorremmo essere nei panni di chi queste decisioni deve prenderle. Quel che chiedono i dilettanti, però, è che si remi tutti dalla stessa parte. L’ha chiesto il CRL, di fatto completamente bypassato nella scelta. L’hanno chiesto i presidenti delle società, pensando più ai ragazzi del proprio settore giovanile che a una prima squadra che non potrà gioire o gridare di rabbia. Proprio ai più piccoli dobbiamo pensare. Perché quel bambino, appoggiato alla rete che guarda il campo vuoto con il pallone sotto il braccio, rappresenta tutti noi. Rappresenta i calciatori dilettanti, padroni del “regno della pedata”. Rappresenta gli allenatori e i loro consigli. Rappresenta i presidenti e i loro investimenti. Rappresenta tutti noi, che viviamo queste categorie a 360°. E a quel bambino va data nuova speranza. Dentro quel bambino bisogna tener viva la sua passione. A quel bambino bisogna dire che sì, tornerà presto ad essere domenica.
Paolo Andrea Zerbi