Nel giorno del suo 62° compleanno, Alberto Pasquali ha annunciato ufficialmente la sua candidatura alla presidenza del Comitato Regionale Lombardia. “La data di oggi non è frutto del caso. Da questo momento potrebbero esserci evoluzioni importanti nella mia vita futura. Penso di aver acquisito la maturità e le competenze tali per scendere in campo. Su tutte la lealtà sportiva che è alla base del nostro mondo. Mi permetto oggi di fare una scelta ponderata, pensata durante tutto questo anno. Annuncio la mia candidatura a presidente del CRL per il prossimo quadriennio”.
Le società al centro del progetto
Alberto Pasquali mette le società al centro del suo progetto: “Dobbiamo avere a cuore le società che sono il fulcro del movimento dilettantistico lombardo. La scelta di candidarmi arriva proprio dalla confronto con le società: ci siamo conosciuti, parlati, confrontati e questo ha fatto sì che maturassi l’idea di poter dare qualcosa di migliore per il nostro calcio”.
I temi più importanti
Pasquali ha idee chiare: “La questione più importante riguarda la ripresa, che possa avvenire nel modo più normale possibile. Non possiamo mancare a questo appuntamento importante. Il mondo del calcio dovrà essere presente per studiare una ripartenza, per far sì che il 2021 sia segnato da un ritorno in campo in totale sicurezza. Non sento nessuno preoccuparsi di queste cose, ma non possiamo arrivare a ridosso di una eventuale ripartenza senza avere un piano”. E Pasquali parla anche dei costi: “Sono sempre stato convinto che bisogna far pagare solo quando l’attività è sicura, anche al termine dei campionati quando tutti questi sono stati giocati”.
Tavecchio e il voto
Alberto Pasquali parla anche del suo sfidante, Carlo Tavecchio: “Differenze? Non posso confrontarmi con chi è nell’ambito della politica calcistica da 24 anni. Ma quel che posso garantire è un approccio nuovo, con una metodologia differente e mettendo le società al centro del progetto. Personalmente ho voglia di fare mille battaglie, probabilmente chi le ha già fatte non vorrà fare la battaglia numero 1001. A 62 anni mi sento di poter intraprendere un certo percorso, anche perché sono dell’idea che un presidente federale possa stare in carica al massimo per due mandati. Già a 66 anni non so se avrei preso questa decisione”. Per il voto, però, ci sarà da aspettare visto l’ultimo Comunicato Ufficiale che non prevede l’elezione del presidente al 9 di gennaio: “La mia posizione è chiara, volevamo andare al voto. Avere un presidente e un consiglio forte è importante per tutte quelle tematiche che ho espsosto in precedenza”.